Guida di Cinzia

Cinzia
Guida di Cinzia

Visite turistiche

Punto strategico di difesa della città, la fortezza fu nel corso dei secoli dominio di Bizantini, Normanni, Svevi e Angioini, che di volta in volta apportarono alcune modifiche. Fu però in epoca spagnola, per volere di Re Ferdinando I d’Aragona, che la struttura subì un radicale cambiamento con l’aggiunta delle due imponenti torri circolari merlate che le conferirono l’aspetto attuale e la denominazione “aragonese”. La parte più antica della costruzione fu demolita dopo il terremoto del 1908 per consentire l’apertura di alcune strade cittadine. Testimone delle vicende storiche della città dal medioevo ad oggi, il Castello Aragonese fu conquistato da Garibaldi il 21 agosto del 1860. Le Torri merlate del Castello Aragonese, dato il loro valore storico-artistico, furono insignite nel 1897 del titolo “Monumento Nazionale”.
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Castello Aragonese
Piazza Castello
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Punto strategico di difesa della città, la fortezza fu nel corso dei secoli dominio di Bizantini, Normanni, Svevi e Angioini, che di volta in volta apportarono alcune modifiche. Fu però in epoca spagnola, per volere di Re Ferdinando I d’Aragona, che la struttura subì un radicale cambiamento con l’aggiunta delle due imponenti torri circolari merlate che le conferirono l’aspetto attuale e la denominazione “aragonese”. La parte più antica della costruzione fu demolita dopo il terremoto del 1908 per consentire l’apertura di alcune strade cittadine. Testimone delle vicende storiche della città dal medioevo ad oggi, il Castello Aragonese fu conquistato da Garibaldi il 21 agosto del 1860. Le Torri merlate del Castello Aragonese, dato il loro valore storico-artistico, furono insignite nel 1897 del titolo “Monumento Nazionale”.
Palazzo Piacentini, che ospita il MArRC, è stato il primo palazzo costruito esclusivamente per una esposizione museale. Fu il noto architetto italiano Marcello Piacentini (1881, Roma - 1960, Roma) a progettare il Palazzo che poi gli fu intitolato. Inaugurato nel 1959 ha subito nel tempo diverse trasformazioni fino all’attuale riorganizzazione iniziata nel 2009 e ultimata nel 2016. L’elemento principale è il cortile interno (oggi Piazza Paolo Orsi), coperto da un soffitto in vetro trasparente. Il Terrazzo, destinato agli ambienti di ristorazione, ospita gli eventi culturali del periodo estivo. Oggi il MArRC è uno dei Musei più all’avanguardia d’Italia. Tutto il sottosuolo del MArRC ospita la necropoli dell’antica Rhegion. Durante i lavori di scavo vennero alla luce numerose tombe del periodo ellenistico. Si tratta di circa 100 tombe di diverse tipologie e l’area della necropoli si estendeva anche sotto la vicina Piazza De Nava. Una parte di queste è oggi visitabile nei sotterranei del Museo. La nuova organizzazione del Museo Un allestimento all’avanguardia che accompagna il visitatore in un viaggio attraverso i secoli. Il nuovo allestimento permanente conta ben 220 vetrine e si sviluppa su quattro piani espositivi che raccontano la storia della Calabria dalla preistoria all’età romana. La visita inizia dal secondo piano (Livello A - Preistoria e Protostoria - età dei metalli). Continua al primo piano (Livello B - Città e Santuari della Magna Grecia). Prosegue al mezzanino (Livello C - Necropoli e vita quotidiana della Magna Grecia: Sibari, Crotone, Hipponion, Kaulonia, Cirò e Laos; lucani e brettii) e si conclude al piano terra (Livello D - Reggio) con la storia di Reggio. Qui si trova la sala dei Bronzi di Riace. A livello -1 hanno sede le mostre temporanee del MArRC e l’accesso alla Necropoli Ellenistica. Bronzo di Riace Testa del Filosofo Bronzo di Riace Testa di Basilea Non solo Bronzi Non tutti sanno che il MArRC ospita la più importante collezione di bronzi greci del periodo classico (V secolo a.C). Oltre ai Bronzi di Riace, a livello espositivo D-Reggio, sono conservati La testa di Basilea e La testa del Filosofo, rinvenuti nelle acque di Porticello (Località presso Villa San Giovanni).
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National Museum of Magna Graecia
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Palazzo Piacentini, che ospita il MArRC, è stato il primo palazzo costruito esclusivamente per una esposizione museale. Fu il noto architetto italiano Marcello Piacentini (1881, Roma - 1960, Roma) a progettare il Palazzo che poi gli fu intitolato. Inaugurato nel 1959 ha subito nel tempo diverse trasformazioni fino all’attuale riorganizzazione iniziata nel 2009 e ultimata nel 2016. L’elemento principale è il cortile interno (oggi Piazza Paolo Orsi), coperto da un soffitto in vetro trasparente. Il Terrazzo, destinato agli ambienti di ristorazione, ospita gli eventi culturali del periodo estivo. Oggi il MArRC è uno dei Musei più all’avanguardia d’Italia. Tutto il sottosuolo del MArRC ospita la necropoli dell’antica Rhegion. Durante i lavori di scavo vennero alla luce numerose tombe del periodo ellenistico. Si tratta di circa 100 tombe di diverse tipologie e l’area della necropoli si estendeva anche sotto la vicina Piazza De Nava. Una parte di queste è oggi visitabile nei sotterranei del Museo. La nuova organizzazione del Museo Un allestimento all’avanguardia che accompagna il visitatore in un viaggio attraverso i secoli. Il nuovo allestimento permanente conta ben 220 vetrine e si sviluppa su quattro piani espositivi che raccontano la storia della Calabria dalla preistoria all’età romana. La visita inizia dal secondo piano (Livello A - Preistoria e Protostoria - età dei metalli). Continua al primo piano (Livello B - Città e Santuari della Magna Grecia). Prosegue al mezzanino (Livello C - Necropoli e vita quotidiana della Magna Grecia: Sibari, Crotone, Hipponion, Kaulonia, Cirò e Laos; lucani e brettii) e si conclude al piano terra (Livello D - Reggio) con la storia di Reggio. Qui si trova la sala dei Bronzi di Riace. A livello -1 hanno sede le mostre temporanee del MArRC e l’accesso alla Necropoli Ellenistica. Bronzo di Riace Testa del Filosofo Bronzo di Riace Testa di Basilea Non solo Bronzi Non tutti sanno che il MArRC ospita la più importante collezione di bronzi greci del periodo classico (V secolo a.C). Oltre ai Bronzi di Riace, a livello espositivo D-Reggio, sono conservati La testa di Basilea e La testa del Filosofo, rinvenuti nelle acque di Porticello (Località presso Villa San Giovanni).
Magico, romantico, affacciato su una posizione unica in tutto il Mediterraneo, il lungomare di Reggio Calabria è il prolungamento naturale del centro storico della città ed è la tappa irrinunciabile per i reggini e tutti gli amanti del fascino del mare. Definito come il chilometro più bello d’Italia (in realtà è lungo 1,7 chilometri) è uno dei punti focali dell’anima reggina. Il lungomare è costituito quattro vie: lungomare Falcomatà, lungomare Matteotti, corso Vittorio Emanuele III e viale Genoese Zerbi, che tutte insieme costituiscono quella conosciuta come la Via Marina. Tra i palazzi affacciati alla via Marina domina lo stile Liberty, frutto dell’ultima ricostruzione all’inizio del Novecento. Di particolare fascino sono il palazzo Zani, il palazzo Spinelli e villa Genoese Zerbi. Ma una passeggiata lungo il suo percorso ci fa conoscere tutta la storia della città, dalla fontana monumentale ai monumenti commemorativi, i reperti di epoca greco-romana, come il monumento a Ibico reggino (VI secolo a.C), poeta greco di Reggio e inoltre la colonna ellenistica sormontata da un tripode in bronzo simbolo di Apollo (Reggio in una sua fase storica si chiamò “Febèa” ovvero la città di Apollo. Fu il tiranno Dionisio II di Siracusa a chiamarla così nel IV secolo a.C. dopo averla ricostruita e consacrata ad Apollo: era stato il padre Dionisio I a distruggerla, deportando gli abitanti a Siracusa. Dionisio II li fece rientrare e partecipare alla ricostruzione. Infine, possiamo anche scoprire due tratti delle mura di cinta della città greca e un impianto termale di epoca romana. A tratti verdissimo e ricco di palme e specie vegetali estremamente variegate. Il Lungomare è il miglior punto di riferimento per scoprire il cuore della città. Ricche e brevi passeggiate ci conducono al Museo Archeologico Nazionale, la “casa” dei Bronzi di Riace, ci portano tra le vie del centro storico di corso Vittorio Emanuele II e Piazza Garibaldi e infine tra i giardini della Villa Comunale, solo per citarne alcuni.
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Lungomare Falcomata
Lungomare Italo Falcomatà
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Magico, romantico, affacciato su una posizione unica in tutto il Mediterraneo, il lungomare di Reggio Calabria è il prolungamento naturale del centro storico della città ed è la tappa irrinunciabile per i reggini e tutti gli amanti del fascino del mare. Definito come il chilometro più bello d’Italia (in realtà è lungo 1,7 chilometri) è uno dei punti focali dell’anima reggina. Il lungomare è costituito quattro vie: lungomare Falcomatà, lungomare Matteotti, corso Vittorio Emanuele III e viale Genoese Zerbi, che tutte insieme costituiscono quella conosciuta come la Via Marina. Tra i palazzi affacciati alla via Marina domina lo stile Liberty, frutto dell’ultima ricostruzione all’inizio del Novecento. Di particolare fascino sono il palazzo Zani, il palazzo Spinelli e villa Genoese Zerbi. Ma una passeggiata lungo il suo percorso ci fa conoscere tutta la storia della città, dalla fontana monumentale ai monumenti commemorativi, i reperti di epoca greco-romana, come il monumento a Ibico reggino (VI secolo a.C), poeta greco di Reggio e inoltre la colonna ellenistica sormontata da un tripode in bronzo simbolo di Apollo (Reggio in una sua fase storica si chiamò “Febèa” ovvero la città di Apollo. Fu il tiranno Dionisio II di Siracusa a chiamarla così nel IV secolo a.C. dopo averla ricostruita e consacrata ad Apollo: era stato il padre Dionisio I a distruggerla, deportando gli abitanti a Siracusa. Dionisio II li fece rientrare e partecipare alla ricostruzione. Infine, possiamo anche scoprire due tratti delle mura di cinta della città greca e un impianto termale di epoca romana. A tratti verdissimo e ricco di palme e specie vegetali estremamente variegate. Il Lungomare è il miglior punto di riferimento per scoprire il cuore della città. Ricche e brevi passeggiate ci conducono al Museo Archeologico Nazionale, la “casa” dei Bronzi di Riace, ci portano tra le vie del centro storico di corso Vittorio Emanuele II e Piazza Garibaldi e infine tra i giardini della Villa Comunale, solo per citarne alcuni.
La Magna Grecia, tra mito e storia Un’epoca di grande splendore La colonizzazione greca dell’Italia meridionale e quindi anche della Calabria ha inizio nell’VIII secolo a.C.: periodo in cui venne fondata anche Rhegion, antico nome di Reggio Calabria. Miti e leggende ci parlano però della presenza greca sul territorio già molti secoli prima, al tempo della guerra di Troia (XIII secolo a.C). Sembra infatti che molti eroi greci approdarono sulle coste a guerra finita e vi fondarono diverse città. Il territorio che va da Taranto a Reggio sul versante ionico e che poi risale fino a Cuma, in Campania, fu definito dagli storici greci e romani Magna Grecia (Megale Hellàs). L’appellativo di grande Grecia non è da ritenersi necessariamente indicativo di una superiorità rispetto alla Madre Patria. Alcuni storici ritengono che il significato fosse di natura religiosa, ovvero la Magna Grecia fu senza dubbio caratterizzata da strutture templari superiori a quelle della Grecia. Bronzi di Riace ARCHEOLOGIA E STORIA Eroi di bellezza eterna La storia moderna dei due Bronzi inizia il 16 Agosto del 1972, quando, in seguito a una vicenda dai risvolti ancora non completamente chiariti, presso la località Porto Forticchio di Riace Marina, furono ritrovate due statue in bronzo, apparentemente senza nessun reperto coevo nei dintorni. Ipogeo Piazza Italia Reggio Calabria ARCHEOLOGIA E STORIA L'ipogeo di piazza Italia I ripetuti scavi effettuati tra il 2000 e il 2005 nell’area sud-orientale di Piazza Italia hanno portato alla luce un sito di notevole interesse storico-archeologico, che testimonia come la zona sia sempre stata al centro delle attività commerciali della città. Nello spazio di sei metri sono riconoscibili undici fasi di edificazione, dall’età greca fino ai primi anni del XIX secolo. Mura Greche ARCHEOLOGIA E STORIA Mura Greche Percorrendo il Lungomare Falcomatà, all'altezza di Piazza Camagna, ci si imbatte nel più esteso tratto di cinta muraria ellenistica di Reggio, recintato da una cancellata in ferro battuto. Anche se denominate “greche”, queste mura sono in realtà frutto del circuito murario cittadino che nel corso del tempo è stato restaurato innumerevoli volte, soprattutto dopo il violento sisma del 1783. Terme Romane Reggio Calabria Author Franc rc ARCHEOLOGIA E STORIA Terme Romane Poste nella parte finale del lungomare Falcomatà e rinvenute durante i lavori di ricostruzione successivi al terremoto del 1908, le Terme romane rappresentano uno dei monumenti più celebri della città di Reggio Calabria. Parco Archeologico di Locri Epizefiri ARCHEOLOGIA E STORIA Il Parco Archeologico di Locri Epizefiri Lungo la costa Jonica - a pochi chilometri a sud dell’attuale Locri - sorge il Parco Archeologico di Locri Epizefiri che, con i suoi reperti ascrivibili all’età del bronzo e del ferro, i resti della città greca con le sue mura, i santuari, il teatro, i suoi edifici privati e le numerose testimonianze di età romana e tardo antica, permette di ripercorrere oltre 4000 anni di storia. Parco Taureani Palmi ARCHEOLOGIA E STORIA Il Parco Archeologico dei Taureani Il Parco dei Taureani occupa la zona in cui anticamente sorgeva la città brettia di Taurania, nel territorio di Palmi. Si tratta di una vasta area verde di straordinaria bellezza, che presenta resti di antichi insediamenti che si sono succeduti a partire dal secondo millennio a.C. e che costituiscono un patrimonio archeologico di notevole importanza. Area archeologica del Naniglio ARCHEOLOGIA E STORIA L'area archeologica del Naniglio Edificata sul finire del I secolo a.C. la Villa del Naniglio raggiunse il suo massimo splendore nel III secolo d.C. La principale attrattiva della Villa è la grande cisterna ipogea a tre navate in ottimo stato di conservazione. Villa romana di Casignana ARCHEOLOGIA E STORIA I mosaici di Casignana Scoperta nel 1963, la villa di Casignana rappresenta un'importante testimonianza della ricchezza stilistica, architettonica e della raffinatezza artistica degli edifici nobiliari di epoca ellenistica. I piani pavimentali mosaicati, che rimandano stilisticamente a collegamenti con aree dell’Africa orientale quali l’odierna Tunisia e la Tripolitania, rappresentano un unicum sul territorio Calabrese. Museo Archeologico Reggio Calabria MUSEI E INSTALLAZIONI Il Museo Archeologico di Reggio Calabria La storia del Museo di Reggio Calabria nasce dal disastroso terremoto del 1908 che colpì le città di Reggio e Messina. Dalle macerie di una città ancora sconvolta vennero fuori importanti reperti della sua storia greco-romana. Gli ingenti danni causati dal sisma al Museo Civico, inaugurato nel 1882, e la volontà dell’allora soprintendente ai beni archeologici della Calabria, Paolo Orsi, accelerarono l’istituzione di un Museo Archeologico della Magna Grecia che accogliesse i reperti provenienti da tutto il territorio calabrese. Museo Medma Rosarno MUSEI E INSTALLAZIONI Museo di Medma Un’immensa distesa di ulivi ricopre l’area del parco archeologico dell’antica città magno greca di Medma, nel territorio di Rosarno. In questa cornice sorge il museo che racchiude gran parte dei reperti rinvenuti nella zona, testimoni silenti di un passato millenario. Anfora Terracotta MUSEI E INSTALLAZIONI Museo di Metauros Allestito nel settecentesco Palazzo Badari di Gioia Tauro, il museo rappresenta un viaggio emozionante attraverso la storia di Metauros, dalle origini greche, passando per l’epoca romana, sino alla fase medievale. Kaulon ARCHEOLOGIA E STORIA Le meraviglie dell’antica Kaulon Kaulon, fondata dagli achei crotoniati intorno all’VII sec. a.C., sorgeva nell’odierna località di Monasterace Marina presso il promontorio di punta Stilo. Grazie agli scavi condotti da Paolo Orsi nel corso del secolo scorso oggi possiamo ammirarne resti murari straordinari e reperti archeologici di inestimabile valore.
Via Magna Grecia
Via Magna Grecia
La Magna Grecia, tra mito e storia Un’epoca di grande splendore La colonizzazione greca dell’Italia meridionale e quindi anche della Calabria ha inizio nell’VIII secolo a.C.: periodo in cui venne fondata anche Rhegion, antico nome di Reggio Calabria. Miti e leggende ci parlano però della presenza greca sul territorio già molti secoli prima, al tempo della guerra di Troia (XIII secolo a.C). Sembra infatti che molti eroi greci approdarono sulle coste a guerra finita e vi fondarono diverse città. Il territorio che va da Taranto a Reggio sul versante ionico e che poi risale fino a Cuma, in Campania, fu definito dagli storici greci e romani Magna Grecia (Megale Hellàs). L’appellativo di grande Grecia non è da ritenersi necessariamente indicativo di una superiorità rispetto alla Madre Patria. Alcuni storici ritengono che il significato fosse di natura religiosa, ovvero la Magna Grecia fu senza dubbio caratterizzata da strutture templari superiori a quelle della Grecia. Bronzi di Riace ARCHEOLOGIA E STORIA Eroi di bellezza eterna La storia moderna dei due Bronzi inizia il 16 Agosto del 1972, quando, in seguito a una vicenda dai risvolti ancora non completamente chiariti, presso la località Porto Forticchio di Riace Marina, furono ritrovate due statue in bronzo, apparentemente senza nessun reperto coevo nei dintorni. Ipogeo Piazza Italia Reggio Calabria ARCHEOLOGIA E STORIA L'ipogeo di piazza Italia I ripetuti scavi effettuati tra il 2000 e il 2005 nell’area sud-orientale di Piazza Italia hanno portato alla luce un sito di notevole interesse storico-archeologico, che testimonia come la zona sia sempre stata al centro delle attività commerciali della città. Nello spazio di sei metri sono riconoscibili undici fasi di edificazione, dall’età greca fino ai primi anni del XIX secolo. Mura Greche ARCHEOLOGIA E STORIA Mura Greche Percorrendo il Lungomare Falcomatà, all'altezza di Piazza Camagna, ci si imbatte nel più esteso tratto di cinta muraria ellenistica di Reggio, recintato da una cancellata in ferro battuto. Anche se denominate “greche”, queste mura sono in realtà frutto del circuito murario cittadino che nel corso del tempo è stato restaurato innumerevoli volte, soprattutto dopo il violento sisma del 1783. Terme Romane Reggio Calabria Author Franc rc ARCHEOLOGIA E STORIA Terme Romane Poste nella parte finale del lungomare Falcomatà e rinvenute durante i lavori di ricostruzione successivi al terremoto del 1908, le Terme romane rappresentano uno dei monumenti più celebri della città di Reggio Calabria. Parco Archeologico di Locri Epizefiri ARCHEOLOGIA E STORIA Il Parco Archeologico di Locri Epizefiri Lungo la costa Jonica - a pochi chilometri a sud dell’attuale Locri - sorge il Parco Archeologico di Locri Epizefiri che, con i suoi reperti ascrivibili all’età del bronzo e del ferro, i resti della città greca con le sue mura, i santuari, il teatro, i suoi edifici privati e le numerose testimonianze di età romana e tardo antica, permette di ripercorrere oltre 4000 anni di storia. Parco Taureani Palmi ARCHEOLOGIA E STORIA Il Parco Archeologico dei Taureani Il Parco dei Taureani occupa la zona in cui anticamente sorgeva la città brettia di Taurania, nel territorio di Palmi. Si tratta di una vasta area verde di straordinaria bellezza, che presenta resti di antichi insediamenti che si sono succeduti a partire dal secondo millennio a.C. e che costituiscono un patrimonio archeologico di notevole importanza. Area archeologica del Naniglio ARCHEOLOGIA E STORIA L'area archeologica del Naniglio Edificata sul finire del I secolo a.C. la Villa del Naniglio raggiunse il suo massimo splendore nel III secolo d.C. La principale attrattiva della Villa è la grande cisterna ipogea a tre navate in ottimo stato di conservazione. Villa romana di Casignana ARCHEOLOGIA E STORIA I mosaici di Casignana Scoperta nel 1963, la villa di Casignana rappresenta un'importante testimonianza della ricchezza stilistica, architettonica e della raffinatezza artistica degli edifici nobiliari di epoca ellenistica. I piani pavimentali mosaicati, che rimandano stilisticamente a collegamenti con aree dell’Africa orientale quali l’odierna Tunisia e la Tripolitania, rappresentano un unicum sul territorio Calabrese. Museo Archeologico Reggio Calabria MUSEI E INSTALLAZIONI Il Museo Archeologico di Reggio Calabria La storia del Museo di Reggio Calabria nasce dal disastroso terremoto del 1908 che colpì le città di Reggio e Messina. Dalle macerie di una città ancora sconvolta vennero fuori importanti reperti della sua storia greco-romana. Gli ingenti danni causati dal sisma al Museo Civico, inaugurato nel 1882, e la volontà dell’allora soprintendente ai beni archeologici della Calabria, Paolo Orsi, accelerarono l’istituzione di un Museo Archeologico della Magna Grecia che accogliesse i reperti provenienti da tutto il territorio calabrese. Museo Medma Rosarno MUSEI E INSTALLAZIONI Museo di Medma Un’immensa distesa di ulivi ricopre l’area del parco archeologico dell’antica città magno greca di Medma, nel territorio di Rosarno. In questa cornice sorge il museo che racchiude gran parte dei reperti rinvenuti nella zona, testimoni silenti di un passato millenario. Anfora Terracotta MUSEI E INSTALLAZIONI Museo di Metauros Allestito nel settecentesco Palazzo Badari di Gioia Tauro, il museo rappresenta un viaggio emozionante attraverso la storia di Metauros, dalle origini greche, passando per l’epoca romana, sino alla fase medievale. Kaulon ARCHEOLOGIA E STORIA Le meraviglie dell’antica Kaulon Kaulon, fondata dagli achei crotoniati intorno all’VII sec. a.C., sorgeva nell’odierna località di Monasterace Marina presso il promontorio di punta Stilo. Grazie agli scavi condotti da Paolo Orsi nel corso del secolo scorso oggi possiamo ammirarne resti murari straordinari e reperti archeologici di inestimabile valore.
Una magnifica cornice naturale Il paese prende il nome dalla forma della rupe del Monte Calvario: una gigantesca mano con cinque dita (dal greco pente (πέντε) , ovvero cinque e dactilo (δάκτυλο), cioè dito). Proprio sotto questo monte fu edificato dapprima il Castello, e poi tutto intorno il borgo antico, circondato da un paesaggio naturale straordinario, meta ambita da escursionisti e turisti provenienti da ogni parte del mondo. Di questa suggestiva cornice fa parte la Vallata di Sant’Elia, dove si trovano le curiose rocche arenarie di Santa Lena e di Prasterà, immerse in distese di ginestre, ulivi, gelsi e fichi d’India, mandorleti e mimose: un grande spettacolo in primavera. La sua fondazione risale al IX secolo, a difesa del territorio reggino dalle incursioni dei Saraceni. Durante il periodo greco-romano, Pentedattilo fu un grande centro economico e un importante centro militare, grazie alla sua posizione strategica, dalla quale controllava le vie per raggiungere l’Aspromonte. Durante la dominazione dei Bizantini il borgo visse un lento declino, iniziato con numerosi saccheggi a opera dei Saraceni. Diventato territorio dei Normanni nel XII secolo, fu trasformato in baronia e affidato al controllo degli Abenavoli Del Franco e, successivamente, alla famiglia reggina dei Francoperta. Quest’ultima lo cedette forzatamente agli Alberti, che lo tennero, nonostante la tragedia della Strage degli Alberti, fino al 1760, anno in cui il borgo passò in mano ai Clemente e, quindi, ai Ramirez. Nel 1783 Pentedattilo fu gravemente distrutto da un terremoto, uno degli eventi che portò al suo completo spopolamento. La popolazione continuò a spostarsi verso Melito Porto Salvo fino al Risorgimento, a causa delle costanti minacce di alluvioni e terremoti. Proprio per questo, il vecchio borgo ne divenne frazione nel 1811. Conosciuto come il paese fantasma, nel 1980 Pentedattilo fu riscoperto grazie ai volontari provenienti da tutta Europa, dando inizio al suo recupero. Oggi le piccole case in pietra, circondate dai fichi d’india, sono alloggi di ospitalità diffusa e rappresentano solo una minima parte di ciò che si continua a fare per la rinascita di questo antico paese; artigiani e artisti hanno infatti occupato le nuove casette trasferendo qui le loro attività: ci sono botteghe del legno, del vetro e della ceramica; è possibile ammirare anche il Museo delle tradizioni popolari. LO SAPEVI CHE? Il borgo di Pentedattilo è uno dei borghi dai quali lo scrittore Edward Lear è rimasto più affascinato: nel suo “Diario di un viaggio a piedi” ne scrisse una meravigliosa rappresentazione di com’era nell’Ottocento. Fa quindi parte del percorso denominato “Sentiero dell’inglese”, che attraversa tutti i borghi descritti dallo scrittore durante il suo viaggio in Italia.
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Pentedattilo
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Una magnifica cornice naturale Il paese prende il nome dalla forma della rupe del Monte Calvario: una gigantesca mano con cinque dita (dal greco pente (πέντε) , ovvero cinque e dactilo (δάκτυλο), cioè dito). Proprio sotto questo monte fu edificato dapprima il Castello, e poi tutto intorno il borgo antico, circondato da un paesaggio naturale straordinario, meta ambita da escursionisti e turisti provenienti da ogni parte del mondo. Di questa suggestiva cornice fa parte la Vallata di Sant’Elia, dove si trovano le curiose rocche arenarie di Santa Lena e di Prasterà, immerse in distese di ginestre, ulivi, gelsi e fichi d’India, mandorleti e mimose: un grande spettacolo in primavera. La sua fondazione risale al IX secolo, a difesa del territorio reggino dalle incursioni dei Saraceni. Durante il periodo greco-romano, Pentedattilo fu un grande centro economico e un importante centro militare, grazie alla sua posizione strategica, dalla quale controllava le vie per raggiungere l’Aspromonte. Durante la dominazione dei Bizantini il borgo visse un lento declino, iniziato con numerosi saccheggi a opera dei Saraceni. Diventato territorio dei Normanni nel XII secolo, fu trasformato in baronia e affidato al controllo degli Abenavoli Del Franco e, successivamente, alla famiglia reggina dei Francoperta. Quest’ultima lo cedette forzatamente agli Alberti, che lo tennero, nonostante la tragedia della Strage degli Alberti, fino al 1760, anno in cui il borgo passò in mano ai Clemente e, quindi, ai Ramirez. Nel 1783 Pentedattilo fu gravemente distrutto da un terremoto, uno degli eventi che portò al suo completo spopolamento. La popolazione continuò a spostarsi verso Melito Porto Salvo fino al Risorgimento, a causa delle costanti minacce di alluvioni e terremoti. Proprio per questo, il vecchio borgo ne divenne frazione nel 1811. Conosciuto come il paese fantasma, nel 1980 Pentedattilo fu riscoperto grazie ai volontari provenienti da tutta Europa, dando inizio al suo recupero. Oggi le piccole case in pietra, circondate dai fichi d’india, sono alloggi di ospitalità diffusa e rappresentano solo una minima parte di ciò che si continua a fare per la rinascita di questo antico paese; artigiani e artisti hanno infatti occupato le nuove casette trasferendo qui le loro attività: ci sono botteghe del legno, del vetro e della ceramica; è possibile ammirare anche il Museo delle tradizioni popolari. LO SAPEVI CHE? Il borgo di Pentedattilo è uno dei borghi dai quali lo scrittore Edward Lear è rimasto più affascinato: nel suo “Diario di un viaggio a piedi” ne scrisse una meravigliosa rappresentazione di com’era nell’Ottocento. Fa quindi parte del percorso denominato “Sentiero dell’inglese”, che attraversa tutti i borghi descritti dallo scrittore durante il suo viaggio in Italia.
Scilla, incontro eterno tra mito e bellezza Alla scoperta della perla della Costa Viola e delle scogliere tra cui dimorava il mostro cantato da Omero C'è un approdo imprescindibile per chiunque visiti la provincia di Reggio Calabria. Una tappa speciale che è, innanzitutto, un sublime momento di sintesi tra storia, mito e bellezza. Nell'abbraccio che Scilla riserva al visitatore c'è il racconto di un luogo che incanta il cuore e lo spirito, attraverso la forza evocativa del paesaggio, il calore della gente del posto, il fascino antico delle tradizioni popolari. Punta di diamante della Costa Viola, Scilla, con il suggestivo borgo di Chianalea, rappresenta una delle parentesi esperienziali più appaganti che il territorio reggino possa offrire. Statua della Sirenetta - Belvedere di Piazza San Rocco Meta balneare d’eccellenza Da sempre Scilla è uno dei litorali più ambiti da turisti e amanti del mare che affollano la stupenda spiaggia della Marina Grande. Una location d’eccellenza, in cui paesaggio e natura si fondono in un unico grande spettacolo di colori e sensazioni. Vivere il mare in questo fazzoletto incantato regala i privilegi di un’acqua cristallina, di fondali ricchi di biodiversità, di tramonti indimenticabili attraverso cui scorgere, oltre lo Stretto, l’arcipelago delle isole Eolie. Scilla, storia e mito Volgendo lo sguardo all’orizzonte, magari dall’alto dell’imponente rupe che ospita il maestoso castello Ruffo, in pochi istanti è possibile essere travolti da suggestioni lontanissime nel tempo e la cui narrazione intreccia, inesorabilmente, storia e mito. E di colpo lo sterminato specchio d’acqua che separa la costa calabra da quella siciliana è teatro delle gesta di Ulisse e dei suoi uomini, lungo la rotta verso Itaca, alle prese con la furia di Scilla, l'infernale mostro marino antropofago capace di afferrare e divorare sei uomini contemporaneamente e la forza dirompente di Cariddi, gigantesco gorgo in grado di inghiottire qualsiasi cosa. Ma c’è anche spazio per la rievocazione delle intense rotte commerciali, delle scorrerie piratesche che hanno funestato queste acque sin dal V secolo a.C., a cominciare dai Tirreni, abilissimi marinai, e poi dai Greci e Romani, fino all’incedere elegante delle spadare intente a perpetuare il rito della caccia al pescespada. I caratteristici quartieri Quattro porzioni di territorio concorrono a formare l’assetto urbano di Scilla, ovvero quattro differenti anime ciascuna contraddistinta da una propria connotazione storica e sociale. Cuore pulsante e autentico del paese, il quartiere San Giorgio racchiude il centro storico, dalla piazza San Rocco adagiata su un costone di roccia a strapiombo da cui si dischiude una vista mozzafiato sullo Stretto di Messina, fino all’antico abitato di Bastìa, dalle caratteristiche casette basse che si affacciano su ripidi vicoletti. Prettamente residenziale, Jeracari, completa invece la parte alta di Scilla. Sinonimo d’estate è poi la Marina Grande che ospita il lungomare e la grande spiaggia che durante la bella stagione si accende dei colori vivaci che caratterizzano gli stabilimenti balneari. Un meraviglioso litorale incastonato tra il Belvedere Morselli e la gigantesca rocca su cui sorge il Castello Ruffo. Scrigno prezioso è infine Chianalea, la piccola Venezia del sud, antico rione marinaro dalle tipiche viuzze e casette adagiate sul mare. Secondo Omero, qui vivevano le sirene che, con la loro voce melodiosa, incantavano i marinai: solo il furbo Odisseo riuscì ad ascoltarle senza conseguenze, dopo aver ordinato ai suoi uomini di legarlo all’albero maestro della sua nave. Per questo motivo la spiaggia di Scilla è conosciuta anche come Spiaggia delle sirene. Cosa fare, cosa vedere Momento clou per Scilla è, naturalmente, la stagione estiva in cui la spiaggia della Marina Grande accoglie tantissimi turisti in cerca di sole e mare incontaminato. Ma la perla della Costa Viola deve la sua grande capacità attrattiva anche alla rinomata tradizione enogastronomica, legata in primis al pescespada, che trova la sua massima espressione nei numerosi ristoranti, localini tipici, angoli dedicati allo street food e stabilimenti balneari. Un tuffo nella storia è assicurato dalla visita del Castello Ruffo, posto sulla cima della scogliera che separa Chianalea da Marina Grande, è un luogo che regala un panorama di impareggiabile bellezza. La fortezza, inoltre, ospita Scilla Jazz Festival, evento di grande caratura artistica e culturale. Imperdibili, inoltre, sono le esperienze di tipo naturalistico come quelle che è possibile vivere a Punta Pacì, località dalle acque limpidissime e dai fondali alti, ricchi di flora e di fauna, ideali per gli appassionati di diving e immersioni. I più temerari possono spingersi fino a Cala delle Rondini; zona isolata e di difficile accesso, custodisce un ambiente paradisiaco e incontaminato. Poco più a nord, ideale per famiglie, è la spiaggia di Favazzina caratterizzata da sabbia fine e bassi fondali. E per riscoprire il volto più antico e selvaggio del territorio, una tappa obbligata è quella delle Grotte di Tremusa, di origine carsica e rivestite di fossili marini
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Scilla
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Scilla, incontro eterno tra mito e bellezza Alla scoperta della perla della Costa Viola e delle scogliere tra cui dimorava il mostro cantato da Omero C'è un approdo imprescindibile per chiunque visiti la provincia di Reggio Calabria. Una tappa speciale che è, innanzitutto, un sublime momento di sintesi tra storia, mito e bellezza. Nell'abbraccio che Scilla riserva al visitatore c'è il racconto di un luogo che incanta il cuore e lo spirito, attraverso la forza evocativa del paesaggio, il calore della gente del posto, il fascino antico delle tradizioni popolari. Punta di diamante della Costa Viola, Scilla, con il suggestivo borgo di Chianalea, rappresenta una delle parentesi esperienziali più appaganti che il territorio reggino possa offrire. Statua della Sirenetta - Belvedere di Piazza San Rocco Meta balneare d’eccellenza Da sempre Scilla è uno dei litorali più ambiti da turisti e amanti del mare che affollano la stupenda spiaggia della Marina Grande. Una location d’eccellenza, in cui paesaggio e natura si fondono in un unico grande spettacolo di colori e sensazioni. Vivere il mare in questo fazzoletto incantato regala i privilegi di un’acqua cristallina, di fondali ricchi di biodiversità, di tramonti indimenticabili attraverso cui scorgere, oltre lo Stretto, l’arcipelago delle isole Eolie. Scilla, storia e mito Volgendo lo sguardo all’orizzonte, magari dall’alto dell’imponente rupe che ospita il maestoso castello Ruffo, in pochi istanti è possibile essere travolti da suggestioni lontanissime nel tempo e la cui narrazione intreccia, inesorabilmente, storia e mito. E di colpo lo sterminato specchio d’acqua che separa la costa calabra da quella siciliana è teatro delle gesta di Ulisse e dei suoi uomini, lungo la rotta verso Itaca, alle prese con la furia di Scilla, l'infernale mostro marino antropofago capace di afferrare e divorare sei uomini contemporaneamente e la forza dirompente di Cariddi, gigantesco gorgo in grado di inghiottire qualsiasi cosa. Ma c’è anche spazio per la rievocazione delle intense rotte commerciali, delle scorrerie piratesche che hanno funestato queste acque sin dal V secolo a.C., a cominciare dai Tirreni, abilissimi marinai, e poi dai Greci e Romani, fino all’incedere elegante delle spadare intente a perpetuare il rito della caccia al pescespada. I caratteristici quartieri Quattro porzioni di territorio concorrono a formare l’assetto urbano di Scilla, ovvero quattro differenti anime ciascuna contraddistinta da una propria connotazione storica e sociale. Cuore pulsante e autentico del paese, il quartiere San Giorgio racchiude il centro storico, dalla piazza San Rocco adagiata su un costone di roccia a strapiombo da cui si dischiude una vista mozzafiato sullo Stretto di Messina, fino all’antico abitato di Bastìa, dalle caratteristiche casette basse che si affacciano su ripidi vicoletti. Prettamente residenziale, Jeracari, completa invece la parte alta di Scilla. Sinonimo d’estate è poi la Marina Grande che ospita il lungomare e la grande spiaggia che durante la bella stagione si accende dei colori vivaci che caratterizzano gli stabilimenti balneari. Un meraviglioso litorale incastonato tra il Belvedere Morselli e la gigantesca rocca su cui sorge il Castello Ruffo. Scrigno prezioso è infine Chianalea, la piccola Venezia del sud, antico rione marinaro dalle tipiche viuzze e casette adagiate sul mare. Secondo Omero, qui vivevano le sirene che, con la loro voce melodiosa, incantavano i marinai: solo il furbo Odisseo riuscì ad ascoltarle senza conseguenze, dopo aver ordinato ai suoi uomini di legarlo all’albero maestro della sua nave. Per questo motivo la spiaggia di Scilla è conosciuta anche come Spiaggia delle sirene. Cosa fare, cosa vedere Momento clou per Scilla è, naturalmente, la stagione estiva in cui la spiaggia della Marina Grande accoglie tantissimi turisti in cerca di sole e mare incontaminato. Ma la perla della Costa Viola deve la sua grande capacità attrattiva anche alla rinomata tradizione enogastronomica, legata in primis al pescespada, che trova la sua massima espressione nei numerosi ristoranti, localini tipici, angoli dedicati allo street food e stabilimenti balneari. Un tuffo nella storia è assicurato dalla visita del Castello Ruffo, posto sulla cima della scogliera che separa Chianalea da Marina Grande, è un luogo che regala un panorama di impareggiabile bellezza. La fortezza, inoltre, ospita Scilla Jazz Festival, evento di grande caratura artistica e culturale. Imperdibili, inoltre, sono le esperienze di tipo naturalistico come quelle che è possibile vivere a Punta Pacì, località dalle acque limpidissime e dai fondali alti, ricchi di flora e di fauna, ideali per gli appassionati di diving e immersioni. I più temerari possono spingersi fino a Cala delle Rondini; zona isolata e di difficile accesso, custodisce un ambiente paradisiaco e incontaminato. Poco più a nord, ideale per famiglie, è la spiaggia di Favazzina caratterizzata da sabbia fine e bassi fondali. E per riscoprire il volto più antico e selvaggio del territorio, una tappa obbligata è quella delle Grotte di Tremusa, di origine carsica e rivestite di fossili marini
Piazza Duomo Il cuore sacro di Reggio Il terremoto del 1908 insieme agli interventi del Piano Regolatore del 1911 che servirono a rettificare e a squadrare in tutta la città gli incroci di 419 isolati, hanno determinato l’assetto attuale della piazza in un’area spostata più a Sud rispetto alla precedente collocazione. Il vecchio Duomo, non particolarmente danneggiato, venne comunque demolito e ricostruito recuperando tutte le decorazioni artistiche originali, dando così l’attuale aspetto simmetrico all’intera piazza. Piazza Duomo Un luogo d’elezione Piazza Duomo, di pianta quadrata, deve il suo nome alla presenza della Cattedrale che sorge sul lato sud orientale della piazza su via Tommaso Campanella. In origine, fin dal XVI secolo, la piazza era denominata Tocco Grande, in relazione alla consuetudine amministrativa di dividere la città in due Tocchi. Nelle due principali piazze venivano eletti i tre sindaci della città: mentre al Tocco Piccolo (oggi Piazza Italia) si eleggeva il rappresentante di estrazione nobiliare, al Tocco Grande, cioè la Piazza del Duomo, venivano eletti gli altri due che erano il rappresentante del popolo e quello delle classi artigiane. A pochi passi da Piazza Duomo si trova il Museo Diocesano della Cattedrale, seguendo via Tommaso Campanella. Una piazza diventata campo di battaglia Fra i tanti scontri che portarono l’esercito garibaldino alla conquista del regno delle due Sicilie bisogna ricordare la battaglia che il 21 agosto 1860 vide contrapposto l’esercito Meridionale alle forze borboniche, proprio nell’attuale piazza Duomo. Tale battaglia segnò, attraverso una vittoria schiacciante, l’occupazione dell’intera città di Reggio da parte di Garibaldi e dei suoi uomini. Il lato Liberty Sul lato Nord della piazza, all’isolato 343, sorge palazzo Laface di proprietà dell’omonima famiglia. Si tratta di un palazzo che conserva ancora degli aspetti di bellezza e di grazia, ed è abitualmente aperto al pubblico in occasione delle Giornate di Primavera del FAI. Dal punto di vista architettonico rappresenta uno dei più importanti monumenti reggini in stile liberty, ben visibile negli elementi interni come la pavimentazione in graniglia di marmo, le ricche pareti scandite dall’alternarsi di paraste e cornici in marmo e lo scalone in marmo bianco di Carrara, ornato da una raffinata ringhiera in ferro battuto.
Piazza Duomo
Piazza Duomo
Piazza Duomo Il cuore sacro di Reggio Il terremoto del 1908 insieme agli interventi del Piano Regolatore del 1911 che servirono a rettificare e a squadrare in tutta la città gli incroci di 419 isolati, hanno determinato l’assetto attuale della piazza in un’area spostata più a Sud rispetto alla precedente collocazione. Il vecchio Duomo, non particolarmente danneggiato, venne comunque demolito e ricostruito recuperando tutte le decorazioni artistiche originali, dando così l’attuale aspetto simmetrico all’intera piazza. Piazza Duomo Un luogo d’elezione Piazza Duomo, di pianta quadrata, deve il suo nome alla presenza della Cattedrale che sorge sul lato sud orientale della piazza su via Tommaso Campanella. In origine, fin dal XVI secolo, la piazza era denominata Tocco Grande, in relazione alla consuetudine amministrativa di dividere la città in due Tocchi. Nelle due principali piazze venivano eletti i tre sindaci della città: mentre al Tocco Piccolo (oggi Piazza Italia) si eleggeva il rappresentante di estrazione nobiliare, al Tocco Grande, cioè la Piazza del Duomo, venivano eletti gli altri due che erano il rappresentante del popolo e quello delle classi artigiane. A pochi passi da Piazza Duomo si trova il Museo Diocesano della Cattedrale, seguendo via Tommaso Campanella. Una piazza diventata campo di battaglia Fra i tanti scontri che portarono l’esercito garibaldino alla conquista del regno delle due Sicilie bisogna ricordare la battaglia che il 21 agosto 1860 vide contrapposto l’esercito Meridionale alle forze borboniche, proprio nell’attuale piazza Duomo. Tale battaglia segnò, attraverso una vittoria schiacciante, l’occupazione dell’intera città di Reggio da parte di Garibaldi e dei suoi uomini. Il lato Liberty Sul lato Nord della piazza, all’isolato 343, sorge palazzo Laface di proprietà dell’omonima famiglia. Si tratta di un palazzo che conserva ancora degli aspetti di bellezza e di grazia, ed è abitualmente aperto al pubblico in occasione delle Giornate di Primavera del FAI. Dal punto di vista architettonico rappresenta uno dei più importanti monumenti reggini in stile liberty, ben visibile negli elementi interni come la pavimentazione in graniglia di marmo, le ricche pareti scandite dall’alternarsi di paraste e cornici in marmo e lo scalone in marmo bianco di Carrara, ornato da una raffinata ringhiera in ferro battuto.
Storie del principe degli agrumi Il Museo del Bergamotto di Reggio Calabria è un viaggio emozionante attraverso la storia, la cultura e le tradizioni legate all’agrume più pregiato al mondo e i suoi innumerevoli utilizzi. Museo del Bergamotto Reggio Calabria Un viaggio nella storia di un’eccellenza del territorio (che sedusse anche il Re Sole) Nato grazie all’impegno dell’Accademia Internazionale del Bergamotto, il museo sorge nel centro storico e occupa i locali rinnovati dell’edificio che ospita anche lo storico Mercato Coperto di Reggio. Il percorso museale permette di fare un salto indietro nel tempo e ripercorrere la storia della coltivazione e della lavorazione del Principe degli Agrumi, a partire dal Settecento, attraverso una gran varietà di strumenti e attrezzature rare, dai primi macchinari per l’estrazione risalenti all’inizio del XVIII secolo, passando per quelli a vapore dell’Ottocento, fino ai motori elettrici dei primi anni del Novecento; il tutto corredato da una preziosa documentazione fotografica dal notevole rilievo storico. Lasciatevi inebriare da un aroma unico Un’ala del museo è interamente dedicata all’esposizione dei prodotti finiti che si ricavano dalla lavorazione del bergamotto e del suo preziosissimo olio essenziale: dai prodotti per la cura della persona, tra cui spicca la famosa acqua di colonia Calabrisella, fino alle bambole, rose e tabacchiere create con la buccia essiccata dell’agrume. Durante la visita è possibile effettuare degustazioni di prodotti a base di bergamotto. L’olio essenziale di bergamotto è il solo prodotto naturale in grado di fissare il bouquet aromatico dei profumi, donando loro una fragranza unica e ancora ineguagliata dagli oli sintetici. Giorni e orari di apertura Da martedì a domenica 9.00-12:00 / 16:00-19.00 Da giugno a settembre da martedì a sabato 9.00-12:00 / 18:00-20.00 domenica 9:00-12:00 Contatti Tel. (+39) 340 7635968/ (+39) 338 2721885 e-mail: commerciale@gruppocaminiti.it / mirantourhegium@libero.it FB: @museodelbergamotto
Museo Nazionale del Bergamotto
50 Via dei Filippini
Storie del principe degli agrumi Il Museo del Bergamotto di Reggio Calabria è un viaggio emozionante attraverso la storia, la cultura e le tradizioni legate all’agrume più pregiato al mondo e i suoi innumerevoli utilizzi. Museo del Bergamotto Reggio Calabria Un viaggio nella storia di un’eccellenza del territorio (che sedusse anche il Re Sole) Nato grazie all’impegno dell’Accademia Internazionale del Bergamotto, il museo sorge nel centro storico e occupa i locali rinnovati dell’edificio che ospita anche lo storico Mercato Coperto di Reggio. Il percorso museale permette di fare un salto indietro nel tempo e ripercorrere la storia della coltivazione e della lavorazione del Principe degli Agrumi, a partire dal Settecento, attraverso una gran varietà di strumenti e attrezzature rare, dai primi macchinari per l’estrazione risalenti all’inizio del XVIII secolo, passando per quelli a vapore dell’Ottocento, fino ai motori elettrici dei primi anni del Novecento; il tutto corredato da una preziosa documentazione fotografica dal notevole rilievo storico. Lasciatevi inebriare da un aroma unico Un’ala del museo è interamente dedicata all’esposizione dei prodotti finiti che si ricavano dalla lavorazione del bergamotto e del suo preziosissimo olio essenziale: dai prodotti per la cura della persona, tra cui spicca la famosa acqua di colonia Calabrisella, fino alle bambole, rose e tabacchiere create con la buccia essiccata dell’agrume. Durante la visita è possibile effettuare degustazioni di prodotti a base di bergamotto. L’olio essenziale di bergamotto è il solo prodotto naturale in grado di fissare il bouquet aromatico dei profumi, donando loro una fragranza unica e ancora ineguagliata dagli oli sintetici. Giorni e orari di apertura Da martedì a domenica 9.00-12:00 / 16:00-19.00 Da giugno a settembre da martedì a sabato 9.00-12:00 / 18:00-20.00 domenica 9:00-12:00 Contatti Tel. (+39) 340 7635968/ (+39) 338 2721885 e-mail: commerciale@gruppocaminiti.it / mirantourhegium@libero.it FB: @museodelbergamotto

Offerta gastronomica

La scoperta dei suggestivi vicoli marinari nasconde un'esperienza gastronomica indimenticabile: il panino al pesce spada Le serate estive assumono un fascino e un'atmosfera magiche e indimenticabili se si sceglie di trascorrerle lungo le viuzze strette e praticamente immerse nel mar Tirreno di Chianalea, l'antico borgo marinaro di Scilla. Autentica perla della Costa Viola, non a caso annoverato tra i borghi più belli d’Italia, Chianalea conserva intatto lo splendore senza tempo tipico di quei luoghi che hanno addosso i segni dei secoli ma, nel contempo, ancora tanto da raccontare. Panino allo Spada Tentazione irresistibile Tra le storie che più interessano i tanti turisti e visitatori che ogni anno affollano le stradine del borgo, una in particolare si è affermata quale moda del momento e sublime parentesi d’esaltazione del palato: il panino al pescespada. Impossibile visitare Chianalea, tanto a metà giornata quanto alla sera, e non finire preda di questa irresistibile tentazione, diventata una vera chicca della tradizione gastronomica locale. Un piatto semplice, mediterraneo, in grado sprigionare sapori e odori tipici del posto in cui ci si trova. Chianalea, dove il gusto incontra la bellezza Il panino, proposto nei diversi formati baguette, sfilatino o ciabatta, si trova un po’ ovunque, a cominciare dal lungomare dove la ristorazione delle strutture balneari non si fa mai mancare nei propri menu questa prelibatezza. Ma lì dove il gusto incontra la suggestione del posto in cui poterlo assaporare è senza dubbio Chianalea. Qui l’offerta è ancora più ampia e variegata, passando dai ristoranti, ai piccoli e caratteristici pub, fino al più classico street food. Innovazione e tradizione Questa specialità, peraltro, è un richiamo forte all’intramontabile e antichissima pratica (documentata con dovizia di particolari dallo storico Polibio già nel II secolo a. C.) della pesca del pescespada che prende il via nella stagione primaverile affollando le acque del Tirreno meridionale di imponenti spadare. La freschezza della materia prima è in effetti il marchio inconfondibile di qualità che rende irripetibile questa esperienza gastronomica diventata, ormai, uno dei principali marchi identitari del piccolo borgo Scillese.
Chianalea of Scilla
1 Via Annunziata
La scoperta dei suggestivi vicoli marinari nasconde un'esperienza gastronomica indimenticabile: il panino al pesce spada Le serate estive assumono un fascino e un'atmosfera magiche e indimenticabili se si sceglie di trascorrerle lungo le viuzze strette e praticamente immerse nel mar Tirreno di Chianalea, l'antico borgo marinaro di Scilla. Autentica perla della Costa Viola, non a caso annoverato tra i borghi più belli d’Italia, Chianalea conserva intatto lo splendore senza tempo tipico di quei luoghi che hanno addosso i segni dei secoli ma, nel contempo, ancora tanto da raccontare. Panino allo Spada Tentazione irresistibile Tra le storie che più interessano i tanti turisti e visitatori che ogni anno affollano le stradine del borgo, una in particolare si è affermata quale moda del momento e sublime parentesi d’esaltazione del palato: il panino al pescespada. Impossibile visitare Chianalea, tanto a metà giornata quanto alla sera, e non finire preda di questa irresistibile tentazione, diventata una vera chicca della tradizione gastronomica locale. Un piatto semplice, mediterraneo, in grado sprigionare sapori e odori tipici del posto in cui ci si trova. Chianalea, dove il gusto incontra la bellezza Il panino, proposto nei diversi formati baguette, sfilatino o ciabatta, si trova un po’ ovunque, a cominciare dal lungomare dove la ristorazione delle strutture balneari non si fa mai mancare nei propri menu questa prelibatezza. Ma lì dove il gusto incontra la suggestione del posto in cui poterlo assaporare è senza dubbio Chianalea. Qui l’offerta è ancora più ampia e variegata, passando dai ristoranti, ai piccoli e caratteristici pub, fino al più classico street food. Innovazione e tradizione Questa specialità, peraltro, è un richiamo forte all’intramontabile e antichissima pratica (documentata con dovizia di particolari dallo storico Polibio già nel II secolo a. C.) della pesca del pescespada che prende il via nella stagione primaverile affollando le acque del Tirreno meridionale di imponenti spadare. La freschezza della materia prima è in effetti il marchio inconfondibile di qualità che rende irripetibile questa esperienza gastronomica diventata, ormai, uno dei principali marchi identitari del piccolo borgo Scillese.

I miei locali preferiti dove gustare il gelato

Sottozero; Cesare
Il gelato artigianale a Reggio Calabria è a dir poco un’arte. Le numerose gelaterie presenti in città, in particolare nel centro storico e sul lungomare, molte delle quali insignite di premi nazionali (il primo premio per il gelato artigianale nel 2018 è andato a Reggio), offrono una varietà eccezionale di gusti tra gelati alla frutta, alla crema e i buonissimi semifreddi. Molti reggini, nel periodo estivo, amano cenare con una coppa di gelato o una brioche ripiena di gelato nei gazebo del Lungomare. Il segreto della bontà del gelato reggino sta tutto nelle materie prime. Le gelaterie storiche della città utilizzano solo ingredienti di qualità e prodotti tipici come il pistacchio di Bronte, la mandorla di Avola, il cioccolato di Modica e poi i prodotti tipici reggini come l’Annona, il Bergamotto e gli agrumi (arance, limoni, clementine). Per i gusti alle creme c’è solo l’imbarazzo della scelta e i gelatai reggini fanno a gara ogni anno per fornire ai clienti nuovi gusti. Ampia scelta di gelato artigianale reggino La crema reggina e il gelato al bergamotto Tra i gelati alle creme spicca un prodotto tipico del luogo: la crema reggina. Si tratta di una crema di color rosa che viene prodotta partendo da una base di latte e zucchero, arricchita con frutta candita, cioccolato e ulteriori ingredienti. Secondo la tradizione, sarebbe una variante della crema pasticcera, ma viene consumata principalmente come gelato. Il gelato al Bergamotto è ormai da qualche anno il principe delle gelaterie artigianali reggine. Dal sapore leggermente agro ma fresco e dissetante, è l’ideale nelle calde giornate estive di Reggio. Il gelato anche d’inverno: il semifreddo Il semifreddo è un tipo di gelato da gustare nelle stagioni meno calde. Si tratta sempre di un prodotto artigianale che ha pari dignità del gelato (quindi è solo una questione di gusti). Nato all’interno delle corti della Belle Epoque come dessert, il semifreddo è oggi un prodotto di punta delle gelaterie artigianali reggine. Durante la lavorazione del semifreddo viene assorbita una maggiore quantità di aria rispetto al gelato che gli dona quella caratteristica di morbidezza e leggerezza. La presenza di panna, uovo e latte lo rende un alimento ricco di proteine. Come per il gelato artigianale, anche il semifreddo viene prodotto nelle varianti frutta e creme. Una specialità tutta calabrese: il tartufo di Pizzo Tra i gelati va annoverato anche il famoso “Tartufo di Pizzo”. Si tratta di un gelato artigianale alla nocciola, modellato rigorosamente a mano, che nasconde all’interno un cuore di cioccolato fondente fuso e ricoperto da cacao in polvere o granella. Sebbene il tartufo classico sia questo, oggi viene prodotto in diverse varianti (bianco, al pistacchio etc.). Il tartufo di Pizzo Calabro è il primo gelato in Europa ad aver ottenuto il marchio IGP. Lo trovate in tutte le gelaterie di Reggio, ma chiaro che un’altra cosa è gustarlo nel luogo dove viene prodotto, ovvero a Pizzo. Nel 2018 a Reggio Calabria si è tenuto il primo Festival del Gelato Artigianale, che prende il nome di “Scirubetta”, dalla parola araba “Sherbet”, che significa bevanda fresca, ed è il gelato più antico della storia.
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Lungomare Falcomata
Lungomare Italo Falcomatà
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Il gelato artigianale a Reggio Calabria è a dir poco un’arte. Le numerose gelaterie presenti in città, in particolare nel centro storico e sul lungomare, molte delle quali insignite di premi nazionali (il primo premio per il gelato artigianale nel 2018 è andato a Reggio), offrono una varietà eccezionale di gusti tra gelati alla frutta, alla crema e i buonissimi semifreddi. Molti reggini, nel periodo estivo, amano cenare con una coppa di gelato o una brioche ripiena di gelato nei gazebo del Lungomare. Il segreto della bontà del gelato reggino sta tutto nelle materie prime. Le gelaterie storiche della città utilizzano solo ingredienti di qualità e prodotti tipici come il pistacchio di Bronte, la mandorla di Avola, il cioccolato di Modica e poi i prodotti tipici reggini come l’Annona, il Bergamotto e gli agrumi (arance, limoni, clementine). Per i gusti alle creme c’è solo l’imbarazzo della scelta e i gelatai reggini fanno a gara ogni anno per fornire ai clienti nuovi gusti. Ampia scelta di gelato artigianale reggino La crema reggina e il gelato al bergamotto Tra i gelati alle creme spicca un prodotto tipico del luogo: la crema reggina. Si tratta di una crema di color rosa che viene prodotta partendo da una base di latte e zucchero, arricchita con frutta candita, cioccolato e ulteriori ingredienti. Secondo la tradizione, sarebbe una variante della crema pasticcera, ma viene consumata principalmente come gelato. Il gelato al Bergamotto è ormai da qualche anno il principe delle gelaterie artigianali reggine. Dal sapore leggermente agro ma fresco e dissetante, è l’ideale nelle calde giornate estive di Reggio. Il gelato anche d’inverno: il semifreddo Il semifreddo è un tipo di gelato da gustare nelle stagioni meno calde. Si tratta sempre di un prodotto artigianale che ha pari dignità del gelato (quindi è solo una questione di gusti). Nato all’interno delle corti della Belle Epoque come dessert, il semifreddo è oggi un prodotto di punta delle gelaterie artigianali reggine. Durante la lavorazione del semifreddo viene assorbita una maggiore quantità di aria rispetto al gelato che gli dona quella caratteristica di morbidezza e leggerezza. La presenza di panna, uovo e latte lo rende un alimento ricco di proteine. Come per il gelato artigianale, anche il semifreddo viene prodotto nelle varianti frutta e creme. Una specialità tutta calabrese: il tartufo di Pizzo Tra i gelati va annoverato anche il famoso “Tartufo di Pizzo”. Si tratta di un gelato artigianale alla nocciola, modellato rigorosamente a mano, che nasconde all’interno un cuore di cioccolato fondente fuso e ricoperto da cacao in polvere o granella. Sebbene il tartufo classico sia questo, oggi viene prodotto in diverse varianti (bianco, al pistacchio etc.). Il tartufo di Pizzo Calabro è il primo gelato in Europa ad aver ottenuto il marchio IGP. Lo trovate in tutte le gelaterie di Reggio, ma chiaro che un’altra cosa è gustarlo nel luogo dove viene prodotto, ovvero a Pizzo. Nel 2018 a Reggio Calabria si è tenuto il primo Festival del Gelato Artigianale, che prende il nome di “Scirubetta”, dalla parola araba “Sherbet”, che significa bevanda fresca, ed è il gelato più antico della storia.

I miei locali preferiti per il pranzo o la cena

La città è ricca di siti da vedere e da gustare!!! Ovunque il cibo è di qualità, tuttavia ci sono locali dove il cibo è strepitoso!!
Nel centro storico, esattamente lungo il corso Garibaldi dove si affacciano i palazzi storici, identificato anche come la via dello shopping, si sviluppano diversi locali in cui è possibile gustare cibo locale, innovativo ed anche della buona pizza!! A pochi passi dalla struttura c’è “L’Officina del Gusto” con esclusivamente cibo locale; “Lievito Pizzeria” pizza strepitosa; Vicino piazza Castello si trova “Experience-Pescatori al bar” cucina a base di pesce; “PuroPiatto” cucina brasiliana; “Etto” a base di carne e non solo. Kalamare si trova direttamente sul mare! Gode di un panorama esclusivo sullo stretto di Messina ma la cucina a base di pesce o la pizza non vi deluderanno! Passeggiate, gusti e suoni di Reggio Lunga isola pedonale, parallela al Lungomare Falcomatà, si estende per circa due chilometri, corso Garibaldi è elegante, accogliente e ricco di bei negozi e attività di ristorazione. È il salotto architettonico di Reggio Calabria. Corso Garibaldi Reggio Calabria Dove passeggiano i reggini Lungo il percorso, che inizia dal Museo Archeologico Nazionale (MArRC), si incontrano Chiese, Piazze, Monumenti, come Piazza Italia (sede dei palazzi di Governo), Piazza Duomo, la Villa Comunale e Piazza Garibaldi (Stazione Ferroviaria Centrale). È il luogo abituale di passeggio dei reggini. Suggestivo, rilassante, sicuro e pieno di negozi di vario genere, ristoranti e bar per poter assaggiare ottimi stuzzichini tipici del luogo (come le famose crespelle con alici e il gelato artigianale). Inoltre d'estate un trenino turistico, messo a disposizione dal comune, permette di fare il giro del centro.
Corso Giuseppe Garibaldi
Corso Giuseppe Garibaldi
Nel centro storico, esattamente lungo il corso Garibaldi dove si affacciano i palazzi storici, identificato anche come la via dello shopping, si sviluppano diversi locali in cui è possibile gustare cibo locale, innovativo ed anche della buona pizza!! A pochi passi dalla struttura c’è “L’Officina del Gusto” con esclusivamente cibo locale; “Lievito Pizzeria” pizza strepitosa; Vicino piazza Castello si trova “Experience-Pescatori al bar” cucina a base di pesce; “PuroPiatto” cucina brasiliana; “Etto” a base di carne e non solo. Kalamare si trova direttamente sul mare! Gode di un panorama esclusivo sullo stretto di Messina ma la cucina a base di pesce o la pizza non vi deluderanno! Passeggiate, gusti e suoni di Reggio Lunga isola pedonale, parallela al Lungomare Falcomatà, si estende per circa due chilometri, corso Garibaldi è elegante, accogliente e ricco di bei negozi e attività di ristorazione. È il salotto architettonico di Reggio Calabria. Corso Garibaldi Reggio Calabria Dove passeggiano i reggini Lungo il percorso, che inizia dal Museo Archeologico Nazionale (MArRC), si incontrano Chiese, Piazze, Monumenti, come Piazza Italia (sede dei palazzi di Governo), Piazza Duomo, la Villa Comunale e Piazza Garibaldi (Stazione Ferroviaria Centrale). È il luogo abituale di passeggio dei reggini. Suggestivo, rilassante, sicuro e pieno di negozi di vario genere, ristoranti e bar per poter assaggiare ottimi stuzzichini tipici del luogo (come le famose crespelle con alici e il gelato artigianale). Inoltre d'estate un trenino turistico, messo a disposizione dal comune, permette di fare il giro del centro.

Tipps für Reisende

Verkehrsmittel

Muoversi a piedi è il modo più facile per spostarsi

La struttura si trova a pochi passi dal centro storico. In pochi minuti si possono visitare tutti i centri attrattivi della città
Nicht verpassen

Da non perdere il mercato delle pulci la domenica mattina

Sul lungomare “Falcomatà” di Reggio Calabria, ogni domenica mattina si tiene il mercatino delle pulci, con l’esposizione e la vendita di svariati oggetti vintage. Allo stesso tempo si gode del meraviglioso paesaggio che l’ubicazione strategica della città ci riserva assieme alla temperatura mite costante tutto l’anno.